Seguire il Sentiero della Natura. Fare della propria Vita un'Opera d'Arte. Sognare per Credere. Un progetto di Francesca Salcioli

Un po’ artisti un po’ terapisti.
Per fare della vita un’opera d’arte.
Orizzonti d’Arteterapia oggi

Che l’Arteterapia stia diventando sempre più conosciuta e praticata in Italia è un dato di fatto. Nascono laboratori, atelier, percorsi artiterapici gestiti da professionisti del settore, un po’ artisti e un po’ terapisti, dotati insomma sia di quelle qualità visionarie tipiche della persona creativa sia delle virtù profonde di chi sa accogliere, relazionarsi, condividere. Di chi insomma ha quella capacità sottile di farci stare bene. Parallelamente alla crescente attenzione e interesse all’arte nelle sue potenzialità terapeutiche, maieutiche e sociali, sono nate e nascono continuamente nuove opportunità formative, caratterizzate da una profonda differenziazione nella proposta formativa: da corsi introduttivi brevi online (come il nostro Corso di Art CounselingLe Buone Arti che festeggia ormai 4 anni) a corsi frontali della durata anche di tre o quattro anni formativi. Le modalità di fruizione didattica sono tante: dalla presenza uno o due weekend al mese con studio personale e lezioni online, alla presenza frontale tutti i giorni (è il caso del corso in Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, ad oggi in Italia unico diploma parificato a laurea specialistica completamente dedicato alla pratica artistica a scopo terapeutico e maieutico).

La Legge che sottolinea libertà e responsabilità

Molte sono le Associazioni di Categoria correlate alla figura dell’Arteterapeuta, che si prefiggono l’obiettivo principale di tutelare i clienti finali, assicurando criteri di abilità e competenza per una professione che tuttora rientra fra quelle non organizzate in ordini o collegi secondo la Legge 14 gennaio 2013 n.4. Quest’ultima ne riconosce l’esercizio come “libero e fondato sull’autonomia, sulle competenze e sull’indipendenza di giudizio intellettuale e tecnica, nel rispetto dei principi di buona fede, dell’affidamento del pubblico e della clientela, della correttezza, dell’ampliamento e della specializzazione dell’offerta dei servizi, della responsabilità del professionista. La Legge n. 4/2013 offre la possibilità, ma non l’obbligo, per le professioni non regolamentate di aderire ad eventuali Associazioni di Categoria (Art. 2) come anche optare per un’autoregolamentazione volontaria e qualificazione dell’attività in base alla normativa tecnica UNI (Art. 6). Al comma 2 dell’articolo 7 si specifica tuttavia che le eventuali attestazioni di iscrizione ad un’associazione di categoria o certificazioni relative alla conformità alla norma tecnica UNI  “non rappresentano requisito necessario per l’esercizio dell’attività professionale”, ovvero non sono obbligatorie per chi desideri lavorare, ad esempio, nel campo dell’Arteterapia.

Quel termine terapia

In questo speciale campo d’arte e relazione, il termine “terapia” non deve trarre in inganno: l’Arteterapia non è pratica sanitaria, non è medicina né psicoterapia, né una cura in senso medico. Questo termine semmai si riaggancia alla profonda radice etimologica di “terapia“, dal sanscrito dhar, nel significato di sostenere. L’Arteterapia è più un prendersi cura, che una cura. Che tuttavia può portare grandi benefici a livello emotivo, psichico e fisico.

Lo stesso dibattito fra l’uso dei termini arteterapista e arteterapeuta è, forse, superabile, in primis dalla constatazione che, in fin dei conti, entrambi i termini si compongono di arte + terapia, con solo qualche sfumatura di significato (che l’Accademia della Crusca cerca di mettere in luce in questo articolo), e in secondo luogo poiché spesso i due termini sono utilizzati come sinonimi (si può dire infatti psicoterapeuta e psicoterapista, vedi Treccani).

La libertà e la responsabilità di scegliere

Appurato che la Legge attualmente non definisce criteri e requisiti minimi per lavorare nell’ambito dell’Arteterapia, non dà indicazioni su l’uso dei termini (arteterapeuta, arteterapista, artiterapista, etc. etc.) e non determina iter specifici per la propria formazione e aggiornamento, quali sono ad oggi le possibilità formative e professionali per un Arteterapeuta o aspirante tale? Potenzialmente infinite.

In primis, ben vengano le diverse terminologie: Arteterapeuta, Arteterapista, Artista Terapista. Ognuno ha i suoi gusti e le sue personali sacre riflessioni. L’importante è che ci si ricordi e si ricordi all’utenza il significato e la natura di quello che l’operatore sta proponendo e, qualora egli lo faccia come professione, di citare sempre la legge di cui sopra in maniera scritta, per non incorrere in un inadempimento che rientra fra le pratiche commerciali scorrette sanzionate dal Codice del Consumo.

Per il resto l’Arteterapia resta, per ora, territorio libero, creativo. Dove possono cimentarsi e sperimentarsi psicoterapeuti, educatori, counselor, ma anche, e soprattutto, artisti. Artisti della Vita, potremmo dire, che credono che l’esistenza possa davvero essere un’opera d’arte nel palcoscenico del mondo (quello esterno e quello interiore) e in tutte le sue stagioni e atti, dalle sfumature più comiche per arrivare a quelle più toccanti, vibranti, come un dramma antico. Alcuni di questi artisti sceglieranno la pittura come codice privilegiato, altri la performance e il teatro, altri ancora la fotografia, la scrittura creativa e la diaristica. Ma ognuno di loro, ognuno di noi crede nel potere creativo e trasformativo delle arti. E nel potere della bellezza. Creazione, trasformazione e bellezza sono forse i tre più semplici cardini su cui si poggia e ruota la porta dell’Arteterapia. Non c’è una porta sola: ce ne sono tante. Almeno una per ogni scuola o metodo. Una probabilmente per ogni arteterapeuta. E quindi ben vengano tutti i corsi che si propongono profondamente di accompagnare alla scoperta di questa porta, che nel loro insieme completano un ventaglio incredibile di possibilità formative, da quelle più pragmatiche a quelle più olistiche. Si differenzieranno ovviamente fra loro, anche per qualità. Ma alla fine sarà sempre lo studente ad aprire quella porta. Nessuna scuola, nessun insegnante potrà farlo al suo posto. L’Arteterapia resta infatti, comunque, un’arte: per definizione “espressione”, ovvero ex-pressione, uno spremere fuori, una manifestazione esterna di ciò che è interno. L’Arte mostrerà sempre quello che siamo veramente. Riuscirà a sgusciare fuori da una cornice, da un tono di voce, da uno sguardo. L’Arte non mente, probabilmente perché non è fatta solo di testa, di mente.

Vuoi sperimentare con noi?
Sei il benvenuto!

Per chi avesse piacere di sperimentare un po’ d’Arteterapia, questo potrebbe essere proprio il momento giusto per valutare un viaggetto a Trieste! È una città splendida, stretta dall’abbraccio di Carso e mare, con vista Alpi, ancora belle innevate in questi giorni (sono di parte, è vero, ma Trieste è proprio così). E quest’anno è anche Trieste Città dell’Arteterapia, un progetto no profit patrocinato dal Comune della Città, che propone una diffusione capillare dell’arte a scopo terapeutico e maieutico nel territorio cittadino, in scuole, case di riposo, ospedali e centri diurni. Chiunque sarà il benvenuto nei nostri laboratori e la sua presenza e condivisione sarà preziosa. E, qualora volesse formarsi o aggiornarsi con noi, è in partenza a maggio il corso di Arteterapia Olistica – Arte per la Consapevolezza, Evoluzione e Benessere Psicofisico, un percorso aperto sia in modalità frontale (frequenza serale) che in modalità mista online/frontale (per le persone provenienti da altre città).
Ti aspettiamo!

E che tu possa fare
veramente della tua vita
un’opera d’arte

Francesca V. Salcioli

 

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A cura di

Le Buone Arti è un progetto di Francesca Valentina Salcioli, p.iva 01235510318.

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